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Società di persona e prelievo di utili “presunti”.

Mio Logo 2014Come noto, in base a quanto stabilito dall’articolo 2262 c.c.,  condizione per la distrubuzione degli utili è l’approvazione del bilancio. Solo in questo caso, sempre rimanendo fedeli al tenore della norma richiamata, il socio ha la possibilità di la sua quota di utili. D’altro canto, si è soliti – correttamente – far risalire il diritto soggettivo in capo al socio di ricevere gli utili di propria spettanto al momento immediatamente successivo all’approvazione, da parte dell’assemblea, del progetto di bilancio redatto dagli amministratori. Il tutto sempre che non sia previsto, sempre ex art. 2262 c.c. “(…) patto contrario”.

La portata di tale principio non ha mancato di essere oggetto dell’interesse della Suprema Corte di Cassazione la quale, ammettendo la distribuzione ai soci di somme a titolo di utili conseguiti in uno o più esercizi sociali, anche precedenti alla approvazione del progetto di bilancio (rendiconto), pretende che tale possibilità sia espressamente prevista nell’atto costitutivo (Cass. n. 10786/2003) e pertanto, in assenza di detta clausola, un socio di una società che avesse ricevuto utili prima dell’approvazione del bilancio potrebbe essere chiamato in causa dal socio dissenziente.

In che misura tali regole sono applicabili quando la distribuzione di utili riguarda le società di persone?

La disposizione di cui al comma 1 dell’art. 2303 c.c.  applicabile anche per quando si tratta di una società in accomandita semplice in relazione al richiamo di cui all’art. 2315 c.c., stabilisce chiaramente che  non può farsi luogo alla ripartizione di somme fra i soci se non con utili realmente conseguiti e qualora ciò non dovesse avvenire, e dunque fossimo in presenza di una ripartizione illecita di utili, o acconti su utili non effettivamente conseguiti, è senz’altro configurabile il reato di natura contravvenzionale di cui all’art. 2627 c.c., che è certamente operante anche in presenza di società di persone.

L’illecito appena descritto si determina qualora, nonostante una perdita di esercizio, si sia comunque provveduto alla distribuzione di un utile inesistente.

Nella pratica, tuttavia, la contenuta dimensione che caratterizza tali tipi societari che usufruiscono di una maggiore disinvoltura in tema di redazione del bilancio, unita alla ampiezza delle possibilità a riguardo delle modalità di copertura delle perdite, conducono a rarissimi esempi di addebiti dei reati ipotizzati a carico degli amministratori di società di persone.