Cartella esattoriale non motivata? La richiesta in essa contenuta è illegittima
La Cassazione Civile, sez VI-t, con ordinanza emanata il giorno 17 aprile 2014 n. 8934, ha espresso un principio fondamentale che conferma e sedimenta i principi vigenti a difesa dei contribuenti, statuendo che la cartella esattoriale deve sempre essere motivata in modo che il contribuente sia posto per tempo e con precisione a conoscenza delle ragioni della richiesta e le possa tempestivamente impugnare.
Il Giudice di Legittimità si esprime come segue: “Conformemente all’orientamento della Corte Costituzionale (cfr. sentenza 229/99 e ordinanza 117/00), questa Corte ha avuto modo di precisare, con giurisprudenza dalla quale non vi è motivo qui per discostarsi, che l’obbligo di una congrua, sufficiente ed intelligibile motivazione non può essere riservato ai soli avvisi di accertamento della tassa (per i quali tale obbligo è ora espressamente sancito dall’art. 71, comma secondo bis, del D.Lgs. 15 novembre 1993, n. 507, comma aggiunto dall’art. 6 del D.Lgs. 26 gennaio 2001, n. 32), atteso che alla cartella di pagamento devono ritenersi comunque applicabili i principi di ordine generale indicati per ogni provvedimento amministrativo dall’art. 3 della Legge 7 agosto 1990, n. 241 (poi recepiti, per la materia tributaria, dall’art. 7 della Legge 27 luglio 2000, n. 212), ponendosi, una diversa interpretazione, in insanabile contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost., tanto più quando tale cartella non sia stata preceduta da un motivato avviso di accertamento (ex plurimis, Cass. 15638/04)”. (Corte di Cassazione, sezione V civile, sentenza 16 dicembre 2009, n. 26330)
I suesposti corretti principi sono stati ribaditi dalla Corte di Cassazione (Sesta Sezione Civile T) che, con l’ordinanza 17 aprile 2014, n. 8934, ha confermato l’annullamento di una cartella esattoriale priva di adeguata motivazione.
In ultima analisi, la Corte di Cassazione ha provveduto a ribadire che quanto la cartella esattoriale è il primo atto che il contribuente riceve, le motivazioni devono essere specifiche e dettagliate e ciò, evidentemente, per permettere al contribuente di poter valutare sufficienti elementi per comprendere la posizione dell’ufficio in ordine alla somma richiesta. In difetto, la pretesa del Fisco deve considerarsi immotivata ed illegittima.